Misurazioni antenna Vodafone, nessun rischio per la salute

Nella gran parte dei casi non è stato captato neanche il segnale dell’antenna posta al Palatriccoli,

In quattro mesi di costanti e quotidiani controlli in abitazioni poste in via Tabano, via delle Nazioni e via degli Appennini, la sonda impiegata dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente per misurare il campo elettrico - per quanto sia tra le più sofisticate presenti sul mercato - non è riuscita nella gran parte dei casi neanche a captare il segnale dell’antenna Vodafone posta al Palatriccoli, tanto il valore risultava basso. Laddove il campo elettrico è stato rilevato dalla sonda, lo stesso è risultato essere 40 volte inferiore ai limiti di esposizione e 12 volte inferiore ai valori di attenzione e all’obiettivo di qualità.

Tali misurazioni confermano le precedenti verifiche effettuate sempre dall’Agenzia regionale per l’ambiente in base alle quali i valori rilevati sulla presenza dell’antenna Vodafone del Palatriccoli “risultano estremamente bassi, al massimo di poco superiori alla sensibilità strumentale della sonda impiegata”.

Si tratta di una nuova testimonianza dell’efficacia dell’azione impostata dall’Amministrazione comunale che, nell’approvare il piano di rete della telefonia mobile, è riuscita sia a contrastare il diffuso fenomeno di “antenna selvaggia”, sia di ottenere le massime cautele possibili da un punto di vista sanitario e ambientale. Non va infatti dimenticato che appena due anni fa i gestori della telefonia mobile avevano prospettato la necessità di realizzare a Jesi impianti su oltre venti siti, avvalendosi della cosiddetta “legge Gasparri” che annullava di fatto ogni potere al Comune. La lunga e faticosa trattativa con i gestori ha permesso al Comune di Jesi di ridurre progressivamente i siti, scendendo fino a 6, di cui peraltro 2 soli ad oggi autorizzati.

Per la zona di via Tabano, su cui la partecipazione è stata costante con un’assemblea pubblica, una conferenza dei servizi allargata a tutti i portatori di interesse e soprattutto con il prezioso supporto dell’Azienda sanitaria e dell’Agenzia regionale per l’Ambiente, si è individuata una soluzione che tutela al massimo tutti i soggetti, sia i residenti, sia chi frequenta gli impianti sportivi, con valori di campo elettrico prossimi allo zero.

La scelta di utilizzare aree pubbliche dove posizionare gli impianti, in luogo di soluzioni private come era stato fatto in precedenza, consente al Comune controlli serrati senza preavviso e di beneficiare dei canoni di affitto che vengono utilizzati per finanziare ulteriori rilevazioni sia con strumentazioni fisse sia con apparecchiature mobili.

L’Amministrazione comunale, nel ringraziare l’Agenzia regionale per l’ambiente e l’Asur per la preziosa e costante collaborazione, assicura il suo impegno a far sì che sulla questione degli impianti di telefonia mobile vi sia sempre la massima trasparenza nella divulgazione dei dati di rilevamento a garanzia della sicurezza e della salute pubblica.

Un’ultima annotazione: dal momento ch’è chi sostiene - ovviamente in maniera strumentale -che l’antenna di via Tabano sarebbe in contrasto con la legge, si ricorda che ben quattro sentenze di Tar e tribunale hanno confermato la correttezza del Comune ed anzi hanno sottolineato come le procedure adottate siano state prese in una prospettiva di massima cautela della salute pubblica. Non perseguire questa via, avrebbe comportato che nell’area di via Tabano sorgessero più impianti, tutti su aree private, senza che il Comune avesse alcun potere decisionale.

L’Amministrazione comunale

Jesi, 31 marzo 2007

Misurazioni antenna Vodafone, nessun rischio per la salute

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