Il ciclo di incontri "Scuola di Democrazia", organizzato e promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Jesi, procede a pieno ritmo registrando una straordinaria partecipazione di pubblico. Una platea di circa cento persone, in buona parte costituita da giovani, ha affollato sabato scorso la Sala Maggiore del Palazzo della Signoria per assistere all'ultimo incontro con il giornalista del Corriere della Sera Antonio Castaldo, autore insieme a Davide Carlucci del libro inchiesta "Un paese di baroni. Truffe, favori abusi di potere. Logge segrete e criminalità organizzata. Come funziona l'università italiana", Chiarelettere, 2008, dedicato ai mali dell'università italiana.
Ora è la volta di un tema che, sull'onda di un libro divenuto best seller dalle milioni di copie vendute e del film da cui è stato tratto (insieme anche ad una pièce teatrale), è da mesi al centro del dibattito pubblico in Italia: stiamo parlando della mafia dei casalesi, il sanguinario clan camorristico di Casal di Principe in Campania il cui strapotere criminale è stato ritratto e denunciato da Roberto Saviano nel libro “Gomorra”. Dopo l’esplosione dello scandalo delle discariche in Campania e la sentenza d’appello del processo Spartacus, i Casalesi sono balzati alla ribalta della cronaca. Come nel caso dei Corleonesi in Sicilia, il clan più potente della camorra non viene dalla città ma dalla campagna: il paese di Casal di Principe, in provincia di Caserta. E proprio un’alleanza organica con la mafia è all’origine del trionfo dei Casalesi, che incarnano lo spirito e i riti della vecchia camorra e insieme dimostrano una straordinaria capacità di adattarsi al presente. Fin dagli anni Ottanta i Casalesi hanno sviluppato un controllo paramilitare del territorio. Essi esigono percentuali sulla vendita di droga, sulla prostituzione, sul gioco d’azzardo, esercitano estorsioni su ogni attività commerciale, si infiltrano in tutti gli appalti pubblici, governano gli investimenti immobiliari, diversificano le loro attività in settori che vanno dalle pompe funebri alla produzione di mozzarella di bufala fino al calcio, riciclano milioni di euro e si arricchiscono col business dei rifiuti tossici e delle discariche abusive, allargando sempre più la loro influenza in Italia e nel mondo; e tutto questo in mezzo a delitti eccellenti, lupare bianche, sanguinose guerre fra clan.
Tutto ciò cerca di descrivere e documentare il libro di Gigi di Fiore "L'impero dei casalesi", Rizzoli, 2008, che sarà presentato dall'autore sabato 14 Marzo, alle 18,00, sempre presso la Sala Maggiore del Palazzo della Signoria in Piazza Colocci, dopo l'introduzione dell'Assessore alla Cultura Valentina Conti. Moderatore dell'incontro sarà ancora una volta Francesco Coltorti.
GIGI DI FIORE, già redattore al “Giornale” di Montanelli, è oggi inviato del "Mattino" di Napoli. Nel 2001 ha vinto il Premio Saint Vincent per il giornalismo. Si occupa da oltre vent’anni di criminalità organizzata, su cui ha pubblicato una serie di saggi. I più noti: “Potere camorrista” (Guida 1993), “Io, Pasquale Galasso” (Pironti 1994) e il recente “La camorra e le sue storie” (Utet 2005), più volte ristampato. Tra i suoi saggi sulla storia delle Due Sicilie e il brigantaggio “I vinti del Risorgimento” (Utet 2004) e per Rizzoli “Controstoria dell’unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento” (2007).
L'Amministrazione comunale
Jesi, 9 marzo 2009